Comunicato stampa: Referendum farsa organizzati da Putin per annettere territori ucraini e mobilitazione parziale in Russia

Lugano, 05.10.22 •

Negli scorsi giorni sono iniziate le votazioni  farsa in alcuni territori ucraini occupati dall’esercito di Putin. In particolare si vota nelle zone occupate di Donetsk , Luhansk, Kherson e Zaporizhia (Regione del Donbass). Questi referendum farsa coinvolgono circa 850 mila persone e di fatto sono referendum che sanciranno l’adesione di queste regioni alla Federazione russa. Le votazioni avvengono senza nessuna garanzia di democraticità, avvengono di fatto in piena guerra, senza nessuna reale possibilità per i contrari di spiegare le proprie ragioni, con l’esercito russo che si reca casa per casa per raccogliere i bollettini di voto. Molti di questi bollettini sembrano addirittura prestampati con già segnata l’adesione al progetto di adesione alla Russia.

Da più parti è stato denunciato il vero obiettivo di Putin, cioè quello di spostare i confini della Russia inglobando queste regioni ucraine e considerare di conseguenza ogni tentativo dell’esercito ucraino di liberare questi territori come un attacco alla Russia. Nella dottrina militare di Putin è contemplata in modo esplicito la possibilità di uso del nucleare in caso di  attacco alla Russia.

Con questa decisione la guerra entra decisamente in una nuova fase e il pericolo nucleare aggiunge ansia e paura a buona parte dell’opinione pubblica europea, oltre che naturalmente a quella ucraina e russa.

Allo stesso tempo,  l’altra decisione di Putin relativa alla mobilitazione parziale di circa 300 mila riservisti da mandare a combattere in Ucraina, ha  scatenato una serie di proteste in Russia, represse come d’abitudine dal regime. Per adesso sembra che questi arruolamenti coinvolgano principalmente le zone periferiche della Russia, evitando  di proposito le grandi città, dove ci sarebbe maggiore resistenza. Nonostante questo è iniziato un vero e proprio esodo.  Migliaia di russi, soprattutto giovani, stanno tentando di lasciare il Paese, cercando di riparare all’estero e sfuggire così al fronte in Ucraina.  In questi ultimi giorni, le autorità russe stanno tentando di bloccare questa fuga di massa chiudendo di fatto i confini.

Con queste due decisioni, referendum e mobilitazione parziale, Putin non fa che confermare la volontà di continuare ad aggredire militarmente l’Ucraina, allontanando sempre più qualsiasi prospettiva di cessazione della guerra. Da parte nostra e di tutti i comitati svizzeri  solidali con la popolazione ucraina, non possiamo che denunciare con forza queste scelte e rinnovare l’urgenza di rafforzare i legami di solidarietà con la popolazione dell’Ucraina che ormai da sette mesi si sta difendendo e cercando di liberare il proprio territorio.

Comitato contro la guerra in Ucraina e contro il riarmo