Comunicato stampa: Record di importazioni di oro russo in Svizzera

Lugano, 05.10.2022 •

Negli scorsi giorni i media hanno rilanciato il tema delle sanzioni contro la Russia a seguito della guerra scatenata contro l’Ucraina.

Come già accaduto in relazione ad altre materie prime commerciate dalla Svizzera e provenienti dalla Russia come petrolio e gas, anche l’oro russo è colpito dal divieto di importazione a partire dallo scorso 3 agosto. Il Consiglio Federale si era così allineato alle sanzioni imposte dall’Unione Europea.

Nonostante questo, proprio ad agosto, è stato importato oro per 5.6 tonnellate, per un valore di 312 milioni di franchi (fonte Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini, UDSC). Si tratta del valore più elevato da quando è iniziata la guerra.

Naturalmente il cavillo giuridico, o scappatoia, è che  il metallo prezioso è stato esportato dalla Russia prima dell’inizio di agosto e quindi nessun problema.

Ancora una volta la Svizzera si distingue per un’applicazione delle sanzioni davvero scandalosa, che di fatto costituisce un sostegno economico indiretto  alla Russia di Putin. Come già avevamo denunciato lo scorso 23 giugno in occasione della conferenza della Lugano Commodity Trading Association (LCTA), il commercio internazionale di materie prime è moralmente vergognoso, specula sulle tragedie dell’umanità e permette ad una ristretta cerchia di persone di continuare a fare affari indisturbati.

È inammissibile che, nonostante siano in vigore delle sanzioni molto rigide, il commercio di oro con la Russia abbia addirittura raggiunto punte da record nelle scorse settimane.

Comitato contro la guerra in Ucraina e contro il riarmo